lunedì 21 maggio 2012

I Kill Giants - Joe Kelly/ J.M. Ken Niimura


Barbara Thorson è una bambina di otto anni decisamente difficile da trattare: saccente, schiva, sboccata, tutta persa nel suo mondo fatto di creature di Dungeons and Dragons, riti magici e antichi strumenti di potere che le servono per svolgere al meglio il suo delicato e bizzarro mestiere: uccidere giganti.
E come tutti i bambini di otto considerati "problematici" Barbara è costretta a sorbirsi i litigi con i suoi insegnanti e col preside, sottostare agli incontri con lo psicologo della scuola e ad attirarsi le antipatie di bulli e, inaspettatamente, le simpatie di qualcuno.
Ed è lì che il suo mondo inizia lentamente a vacillare, a inquinarsi con l'influenza di qualcosa di terribile nel mondo reale: un male di cui non riesce a pronunciare il nome e che nemmeno lei, temuta e rispettata cacciatrice di giganti, può sconfiggere.
Sarà un lungo un duro travaglio interiore, mentre scoprirà l'amicizia di Sophia e allo stesso tempo lotterà cercando di difendersi dalle angherie e la cecità di coloro che la reputano semplicemente "diversa". Cercherà quindi di tenersi stretta quella che è la sua reliquia più preziosa, il borsellino contenente la sua invincibile arma, l'ammazza giganti Coveleski, in cui la bambina ha riposto tutta la sua forza...


"We're stronger than we think..."


"Siamo più forti di quello che pensiamo", questa è il messaggio che ci vuole lasciare I Kill Giants, un esperimento, se così si può dire, dell'accoppiata vincente di Joe Kelly con il disegnatore J.M. Niimura. Uno potrebbe relegare banalmente questa novel al genere "racconto di avventura per bambini", il che sostanzialmente sarebbe una grandissima boiata. Opere come questa non possono essere imbrigliate in un genere o in una fascia di età specifica: I Kill Giants reclama la nomea di prodotto fresco, ricco di stile e di quella flebile magia che contraddistingue la narrativa per ragazzi, qui rappresentata dal tratto estremamente istintivo e molto manga di Niimura, e che sprizza da tutti i pori delle visioni fatate di Barbara e delle sue finte orecchie da coniglio sempre in movimento.
Possiamo vedere come il mondo della ragazza si muova su due piani. Da un lato vi sono i familiari e i conoscenti: il fratello nerd, la sorella affaccendata fissata con la carriera, la psicologa Mollie, che cerca di fare breccia nella sua ostilita', la giovane Sophia che cerca di conquistare la sua amicizia seppur incapace di comprendere la sua visione delle cose, etc...
Dall'altro ci sono i folletti, i serpenti arcobaleno, le bizzarre creature che popolano la sua mente e che sembrano soffrire della suo conflitto con la realtà, e soprattutto i giganti! Queste creature tremende e malefiche prese di pari passo dalla mitologia norrena che rappresentano l'incarnazione di tutti i mali e le catastrofi possibili, di cui Barbara avverte la presenza nei segni del paesaggio e nella forma delle nuvole.

Ma la tematica di fondo della novel non è la semplice ed inevitabile crescita e l'addio al mondo dei giochi e della spensieratezza, ma un tema ancora più profondo e importante: il dolore. Il dolore che annebbia i pensieri e che impedisce di vedere le cose razionalmente, il dolore che ci stringe a legarci alle cose che ci sono più familiari e da cui traiamo forza, un dolore che l'autore (reduce da una grave perdita) e riuscito a far trasparire all'interno della trama e farne la linga vitale della storia.
La storia di Barbara Thorson è confezionata con cura e ti lascia con un sorriso stampato sulla bocca, e col piacere di essersi immersi nel suo mondo fatto di fate e colossi di onice alti decine di metri. Un mondo frutto solamente della sua immaginazione? Chi lo sa, può darsi... ;)



Lo consiglio caldamente. Buona Apocalisse a tutti!

Nessun commento:

Posta un commento